Finché morirai come servo del Gran trono avrai ottenuto l'impossibile: hai smesso, hai mollato. Sei tornato soltanto perché Lei ti è stata portata via. La vera domanda è: chi vuoi essere quando morirai, Baba Yaga? L'ultima cosa che molti vedranno? O da essere umano, che ha amato ed è stato amato dalla "sua donna"? Chi vuoi essere quando morirai, tu?
Dimmi come ci si oppone al vento? Come si spacca una montagna? Come si seppellisce l'oceano? Come si sfugge alla luce? Si, puoi scegliere l'oscurità, ma loro sono anche lì. Ogni azione ha conseguenze.
Io, da piccolo uomo come sono, non capisco. Vuoi lanciarti con un paracadute? Entri in un simulatore che riuroduce una realtà virtuale ma te la fa sentire reale. Vai in un aeroclub, ti metti l'imbracatura, ti allacci davanti all'istruttore e ti lanci in tandem. Non impari un cazzo, ti vivi un'emozione "vincolata" a quello che fai ma alla fine resti sempre lo stesso. Vuoi un brevetto basic-militare? Ti iscrivi ad un'altra aero scuola, fai tre lanci con il paracadute tondo. Non lo controlli ma ti insegnano le manovre di emergenza. La velocità è maggiore rispetto alla vela, non controlli la direzione. Se il vento ti porta su un albero o in un fosso, li centri in pieno. Vuoi "volare"? Fai il corso completo, ti lanci con la vela quadra, che quadra non è. Controlli il volo e la direzione. Tocchi terra frenando e se tutto va bene, scendere uno scalino è più dirò. In tutti i tre modi rischi la pelle e la schiena o le caviglie o la pelle. Via, via che sali di livello, impari qualcosa. Il volo dipende da te, la tua sicurezza uguale.
In tutti e i tre casi, fai paracadutismo ma l'ultimo è quello "vero". Il resto è roba da ragazzi o troppo semplice perché sia sempre autentico, emozionante, vario e particolare. Tu scegli il tuo insegnante e la scuola dove ti trovi meglio. Nessuno può obbligarti.
Il SasoMaso è molto simile a questa roba. Che vuoi dalla vita, che emozioni vuoi vivere, che esperienze vuoi fare? Resta il fatto che i primi tre sono quasi dei surrogati e li definiamo "gdr" giochi di ruolo, in cui nessuno rischia niente. Lei mette in campo i suoi limiti, quello che vuol provare, lui, il top deve rispettarli. Fine della musica e della storia. Sta di fatto che personalmente questo non è per me. Ci sono già passato. Io in caso di azione, prendo l'uniforme, chiedo quello che cazzo devo fare, con chi lo devo fare, l'armamento, il setup e la squadra. Da geniere sono io il primo. La mia vita dipende dagli altri oltre che da me che scopro trappole esplosive e mine. Scurisco il viso del camerata, uno di loro, lo farà con il mio e andiamo verso la nave, il carro, o l'elicottero che ci porterà a destinazione. Quello nuovo tra la paura, il casino del motore dei 130, dei carri, la gente che urla, il non sapere dove cazzo si va, se non se la fa nelle mutande, poco ci manca. Vi è chiaro questo concetto?
Per voi io devo gestire l'adrenalina e fare il modo che la salita ci mette tempo ad andare fuori scala o dopo due o tre anni, per avere lo stesso emozione, dovrete farvi sbattere da un gruppo di uomini e donne l'uno più stronzo dell'altro e tornare a casa con dei lividi che ci metteranno un mese a sparire.
Qualcuno sa cosa fosse la benedizione? Ve lo racconto subito. Negli alp... quando c'erano i muli, la cerimonia dei camerati che ti dava ufficialmente ingresso nel gruppo, era l'ostia. Prendevano una patata, la tagliavano a rondelle fini, la inzuppavano nell'urina del mulo e te la facevano mangiare alle reclute. Senza sta roba, sareste rimasti dei borghesi in divisa! Quando vai in combattimento, qualcuno si fa male e in genere è roba che buca ed esplode. Ti stacca mani, dita, braccia, Ti apre la pancia e le budella escono e tu gliele devi tenere li fino che non l'evacuano. Il puzzo, il sangue e le urla si sprecano.. Che volete dalla vita gente? Ogni cosa ha conseguenze, un "prezzo". Correre in auto, in bici ha conseguenze. Ogni cosa ce l'ha ma quando morirete l'unica cosa che vi porterete dietro è quello che vi è rimasto nell'anima. Come vi siete comportati in vita con gli altri e con voi stessi. Bene, ho sempre creduto che un buon master, una brava persona non debba parlare di quello che ha visto ed è passato attraverso solo perché glielo impone la legge (Art. 379 bis Codice Procedura Penale. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque rivela indebitamente notizie segrete concernenti un procedimento penale, da lui apprese per avere partecipato o assistito ad un atto del procedimento stesso, è punito con la reclusione fino a un anno), ma per il peso che dopo ci si porta dentro e non sono i danni fisici più o meno evidenti ma le ferite che arrivano all'anima. Mica mi pesa il fatto di avere più fratture di un pallottoliere o di essermi ricucito due volte, mi pesa quello che mi porto dentro. Così non sono colui che ti insegna ma anche quello che ti protegge. Che prende sulle spalle il carico pesante e ti passa solo il bello.
Se siete pronte, fatemi il piacere di fare quello che vi viene chiesto di fare o di andare a fanculo da soli che tanto è l'unico posto in cui state bene,
Lancio in tandem. Statte fermo, tieni la posizione e goditi la caduta. Tu sei in balia di quello che sta dietro di te. Il tuo bel GDR,,,
Lancio militare vincolato. Paracadute tondo (emisferico). Sei agganciato all'areo da un cavo che quando ti butti, estrae il tuo paracadute. Non controlli la direzione di volo, L'apertura è praticamente sicura ma per i lanci a bassa quota, spesso non hai tempo di eventualmente sganciare il primo paracadute ed aprire quello di riserva.
Il lancio libero prevede invece che il paracadute primario esca dalla sacca tramite uno più piccolo che viene chiamato estrattore. Questa tecnica può essere fatta sia a bassa che alta quota con bombola e maschera per ossigeno indossando una tuta termica a seconda dello scopo della missione.
“Metta” è la traduzione in lingua pali di benevolenza o gentilezza amorevole, intesa come qualità della mente che si esprime nel comportamento. “La natura essenziale della benevolenza è il desiderio che la persona su cui si sta concentrando la propria mente sia felice e stia bene”.
karuṇā e maitrī. compassione, amore, empatia...
Alle volte qui mi sembrano concetti astratti. Parli con qualcuno ed è come un bambino che non sa scrivere il corsivo. Eppure sono concetti basilari come il dare la buonanotte o il buongiorno all'interlocutore. No, qui la gente sparisce e se ne va. Cosa manca, la scrittura o l'educazione? Dall'altra parte c'è sempre una persona non una tv, un pc o un telefono. Questa persona necessita di ricevere attenzioni nello stesso modo che vuoi ricevere tu. Desidera rispetto ed empatia. Desidera di non essere considerato/a un elettrodomestico perché nel caso, la storia finisce li.
Finisce li anche con un "a domani" e né domani o domani l'altro si sente battere un colpo che non mi dite che non avete tempo, non avete educazione, questo è il problema. A fanculo ci andate prima di ogni possibile intesa anche nel solo chiacchierare.
Quelle che stanno sul vago è pure peggio. "Dove fai servizio?" gli chiedi e quella non solo non ti risponde ma sparisce per alcuni giorni.
Non rompetemi i coglioni, voglio solo fare due chiacchiere, null'altro. Se siete impossibilitate anche a quelle, ciaone. Ite, missa est. E magari vi appellate a miss, dea, dio, re, regina... una sega! Vi mancano proprio le scuole elementari.